Al museo con mio figlio

Roddi, il paese della poesia

Roddi

Cosa fare in una grigia domenica di primavera? Quando le colline della Langa sono ancora spoglie, in attesa che sbocci la primavera e tutto si colori di verde e di allegria?

Andiamo a vedere il famoso museo del vino, il WIMU, a Barolo.

Così, con la mia allegra famigliola, siamo partiti alla volta del museo; peccato aver sbagliato i tempi: ci siamo messi in viaggio tardi, e ci siamo ritrovati il pargolo addormentato in macchina prima di arrivare a destinazione.

Abbiamo optato per il piano B: fare un giretto di mezz’ora in attesa che si risvegli e portarlo a Roddi, sede dell’unica “università” dei cani da tartufo del mondo, creata nel 1880 da un contadino roddese, Antonio Monchiero, detto “Barot”.

Dal 2011 é anche il paese della poesia.

“Ci piace pensare che la lettura delle poesie, qui nel paese, rallenti il ritmo di chi arriva. Perché corriamo sempre troppo, tutti. Questa è una proposta che completa il turismo, perché la cultura non è meno importante dell’enogastronomia. Sottolineo il valore del volontariato che anima iniziative del genere: una comunità ne trae grande ricchezza”.  Roberto Giacosa, sindaco.

“La poesia ha un grande valore sociale, fa comunità. Mettere i versi nelle strade, dentro le bacheche e sui muri, significa a nostro avviso conservare alla poesia la forza del dono, il più semplice: quello di esistere come manifestazione di bellezza”. Il professor Giovanni Tesio, critico letterario e docente all’Università del Piemonte Orientale, tra gli inventori di Roddi città poetica.

Il grazioso centro storico si sviluppa concentricamente attorno alla torre campanaria e al castello.

Per le strade, dodici eleganti bacheche con poesia hanno allietato la nostra passeggiata.

La prima, nel cammino lungo le mura, è di Wislawa Szymborska, premio Nobel polacco. Poi siamo saliti accompagnati dai versi di Alba Beccaria, Vivian Lamarque, Mariangela Gualtieri, Antonella Anedda, Pierantonio Milone, fino a Leopardi. E da quelli dei bambini che hanno vinto il concorso di poesia, che qui si tiene dal 1996.”Fil rouge” del cammino è un testo della Szymborska: Ad alcuni piace la poesia. Si conclude così: La poesia/Ma cos’è mai la poesia?/Più di una risposta incerta/è stata già data in proposito./Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo/come all’àncora d’un corrimano.

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Lorenzo, nel suo passeggino, si é guardato intorno incuriosito dai volti nuovi, e dalle strade non conosciute. Ha apprezzato molto la passeggiata. É ancora troppo piccolo per leggere e rallegrarsi dei bei versi.Forse però quello spirito glielo abbiamo trasmesso noi, visto il suo buonumore. 

Consigli di visita: credo che il momento ideale per apprezzare al meglio questa iniziativa con i vostri pargoli sia il tardo pomeriggio: una passeggiata al calar del sole consente di godere anche dello splendido panorama di dolci colline intorno, e di scorgere, poco piu in lá, la catena delle Alpi Cozie e Graie.

Oppure, se come me avete figli che alla sera si addormentano tardi, potreste fare un salto dopo cena: illuminato dalle calde luci serali, il cammino é senza dubbio più suggestivo.

Bilancio della visita: iniziativa davvero interessante e “delicata”. Adatta ai bimbi di tutte le età: da piccoli apprezzeranno solo la passeggiata, da grandi possono anche partecipare al concorso di poesia che si tiene ogni anno.

Il bagno pubblico: apprezzabile che ci sia un bagno pubblico, però, visto che c’é, tanto vale farlo bene. Minuscolo, poco pulito, e di difficile accesso con il passeggino. Impossibile usarlo se sei sola con tuo figlio: per accedervi devi salire dei gradini alti e, se sei così atletica da riuscirci, non puoi entrarci con il bimbo, perché troppo piccolo.

Abbiamo deciso che ci piace molto questo piccolo centro, raccolto, ospitale, caloroso grazie a questa originale iniziativa. Ci ritorneremo, ogni volta che avremo bisogno di “staccare la spina” dai ritmi frenetici di tutti i giorni, e godere di un po’ di serenità.

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